Sembra non esserci pace per il Mozambico: dopo il terribile Ciclone Idai, che nel 2019 aveva colpito la regione causando più di 600 morti e danni per oltre 700 milioni di dollari, la popolazione stava finalmente riprendendosi dalla devastazione, seppur lentamente con migliaia di persone ancora sfollate.
Le ferite causate da quella calamità naturale non hanno però fatto in tempo a rimarginarsi completamente. Infatti, fra dicembre e gennaio, questo territorio ha subito la devastazione di altre due tempeste tropicali.
A fine 2020 il Ciclone Chalane ha causato 7 morti e innumerevoli danni e solo pochi giorni fa, il 22 gennaio, il Ciclone Eloise si è abbattuto su questo territorio già martoriato.
Questo evento distruttivo, caratterizzato da raffiche di vento oltre i 150 km/h e forti piogge, ha colpito il Mozambico portando devastazione e causando la morte di una persona e il ferimento di altre otto. Più di 12mila persone sono state colpite dal ciclone e alla perdita di vite umane si aggiungono anche danni materiali che impoveriscono ulteriormente questo già fragile paese.

Dalle prime stime parziali, nella provincia di Zambezia dove opera principalmente ICEI, si registrano 2154 case e 6 scuole distrutte, 14 centri sanitari, 102 edifici scolastici e 13 edifici pubblici parzialmente distrutti. In aggiunta a ciò 147 ettari destinati all’agricoltura, il principale mezzo di sostentamento per la popolazione, sono stati distrutti e altri 550 inondati dalla furia delle acque.
A tutto questo si aggiungono oltre 900 persone costrette a scappare dalle loro case a causa della guerra a Cabo Delgado e che hanno trovato rifugio nella provincia di Zambezia. Alla loro già difficile situazione di sfollati si è quindi aggiunta la devastazione causata dalla tempesta tropicale.
Come è ben facile immaginare si tratta di un bilancio pesantissimo per un paese povero e dal carattere prevalentemente agricolo come il Mozambico. Un paese tanto bello quanto fragile, il cui ecosistema è continuamente messo a rischio dalle calamità naturali causate dai cambiamenti climatici di cui sono responsabili in larga parte i paesi più industrializzati. Purtroppo, sono soprattutto i paesi del sud del mondo, caratterizzati da un’economia prevalentemente agricola e da un ecosistema delicato, a subire maggiormente le cause del cambiamento climatico.

ICEI è da anni in Mozambico con diversi progetti per promuovere l’agricoltura sostenibile e la sperimentazione dell’Agricoltura Sintropica, un nuovo concetto di agricoltura che lavora in totale sintonia con la natura e permette di ridurre la degradazione del suolo e limitare l’utilizzo di risorse idriche contrastando i cambiamenti climatici e migliorando la qualità della vita delle comunità.
Questi disastri naturali hanno colpito durante anche le comunità dei nostri progetti.
Grazie al tuo contributo potremo aiutare la popolazione del Mozambico a riprendersi da queste calamità e ad affrontare i futuri sconvolgimenti climatici.
Le foto di questo articolo sono state scattate nel marzo 2019, dopo il passaggio del Ciclone Idai