Il Kick Off & Training Meeting del progetto si è svolto a Pontedera (Italia) il 27 e 28 marzo 2023 e ha posto le basi per le attività successive. Il team di lavoro ha avuto l’opportunità di conoscersi personalmente e l’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti (funzionari/e comunali e stakeholder rilevanti) di tutti gli undici partner/città coinvolti nel progetto.
La prima parte dell’incontro è stata concepita come uno spazio di dialogo e interazione tra i partner per discutere gli obiettivi del progetto, i ruoli dei partner, la pianificazione del primo anno di attività e la condivisione degli obiettivi/risultati attesi. Una sessione specifica è stata dedicata al Piano di Monitoraggio e Valutazione e alla Gestione Amministrativa e Finanziaria, al fine di fornire supporto e informazioni condivise a ciascun partner per la corretta implementazione e rendicontazione del progetto.
La seconda parte dell’incontro ha promosso invece un primo dibattito tra le città e i partner sulla partecipazione in contesti di diversità nel quadro delle politiche interculturali. Questa sessione ha fornito informazioni, elementi chiave e alcuni strumenti utili alle città e ai partner, condividendo esperienze concrete e raccogliendo idee su come progettare e poi implementare il processo partecipativo in contesti di diversità per sostenere le politiche interculturali in ottica trasversale. Il dibattito ha infine affrontato i concetti chiave della metodologia dell’Assemblea Interculturale, che saranno ulteriormente discussi e convalidati all’interno delle attività della Comunità di Pratiche come Linee Guida Comuni.
L’apertura lavori del meeting è stata preceduta da un’iniziativa di sensibilizzazione contro il razzismo che si è tenuta il 26 Marzo e che ha visto la partecipazione diretta della delegazione di DiverCities a pranzo sociale preparato dai/dalle ragazzi/e a un workshop su Hate Speech & New Narrative presso il circolo di ARCI Ragazzi. L’evento è stato un successo: 80 persone della comunità di Pontedera hanno partecipato e sostenuto le attività, con una percentuale importante di giovani con background migratorio.
L’iniziativa faceva parte di una serie di azioni di sensibilizzazione all’interno degli spazi giovanili promosse dalla pubblica amministrazione e dalla società civile per celebrare la Settimana Nazionale contro il Razzismo 2023, coordinate da ICEI e con la partecipazione delle città interculturali che fanno parte della Rete italiana Città del Dialogo, grazie al sostegno finanziario della Fondazione Tedesca Stiftung gegen Rassismus.
Ecco i contenuti del Kick Off Meeting!
PARTECIPAZIONE ATTIVA
Un primo contributo tematico di rilievo è stato condiviso dal Programma Città Interculturali del Consiglio d’Europa, partner associato del Progetto DiverCities, che ha rimarcato l’importanza che riveste la partecipazione attiva come principio cardine dell’Approccio Interculturale promosso dal Consiglio d’Europa e ha condiviso esperienze concrete realizzate dalle città che fanno parte della Rete Internazionale: il Bilancio Partecipativo promosso dal Comune di Bruxelles (Belgio) e le Assemblee per l’Equità promosse dal Comune di Leeds (Regno Unito).
INTERCULTURA COME APPROCCIO
Il dibattito interno e le occasioni di formazione/sensibilizzazione che si sono realizzate nel corso del meeting hanno offerto interessanti spunti di riflessione e chiare linee di lavoro che saranno alla base del processo di promozione delle assemblee cittadine interculturali. È stato inoltre raggiunto un accordo tra i partner di DiverCities rispetto all’opportunità e esigenza di lavorare e diffondere l’intercultura non come tematica a sé stante, bensì come un approccio caratterizzato da quattro principi che, se applicati a qualsiasi processo tematico o settoriale di policy making/implementation, consentono di considerare quell’ambito di intervento e/o processo interculturale. Uno dei quattro principi dell’approccio interculturale, come ricordato dal Consiglio d’Europa, è la partecipazione.
INTERAZIONE SIGNIFICATIVA
Un’esperienza significativa è stata la passeggiata interculturale organizzata dal Comune di Pontedera, partendo dal quartiere della Stazione Ferroviaria. La prima interazione si è realizzata con gli operatori dello Sportello Immigrazione e dell’Ufficio SAI per poi passare al Circolo Albero del Pepe. Si tratta di uno dei luoghi coinvolti nelle azioni del Progetto DIVERSAMENTE, un altro intervento che Pontedera sta realizzando in collaborazione con ICEI e la Rete Italiana Città del Dialogo su strategia anti-rumours e attivismo giovanile. Era in corso una lezione di italiano per persone con background migratorio. L’ultima tappa è stata il Centro Wakanda dell’Associazione G2 Senegal formata da giovani di seconda generazione. Il dialogo con due di questi giovani ha permesso ai partner di visualizzare concretamente le priorità e le sfide che i giovani con background migratorio devono affrontare quotidianamente, che mettono in discussione la loro identità e hanno un ruolo decisivo nel definire il loro senso di appartenenza.
LE ASSEMBLEE INTERCULTURALI: DALL’ANALISI DELLE PRATICHE ALLE RACCOMANDAZIONI PER IL FUTURO
Il disegno dei processi di partecipazione e il legame con le politiche interculturali sono stati al centro delle opportunità di formazione e sensibilizzate organizzate all’interno del KoM. È stato infatti presentato uno studio iniziale che ICEI ha commissionato a un esperto di OBITen (Osservatorio sulle Migrazioni di Tenerife), che ha supportato la progettazione e implementazione di un processo di partecipazione interculturale nell’isola di Tenerife, riconosciuto dal Programma ICC e dal Consiglio d’Europa come best practice e incluso in uno dei recenti policy brief incentrati sulla partecipazione. Lo studio ha preso in considerazione gli aspetti più critici per la strutturazione di un processo partecipativo interculturale: le definizioni, l’importanza di questo principio all’interno delle politiche interculturali, gli elementi chiave da prendere in considerazione per il disegno di un processo politico di questo tipo, la diversità come risorsa e vantaggio, gli strumenti e le metodologie più innovative.
Successivamente, SocioLab ha condiviso l’esperienza di supporto ai processi partecipativi per le amministrazioni pubbliche locali italiane, concentrandosi sull’impatto della partecipazione sulle politiche e fornendo una serie di riflessioni e lezioni apprese dalla sperimentazione sul campo. L’intervento ha fornito un’idea chiara su come sostenere la partecipazione in termini di coinvolgimento degli attori e esigenze comuni/condivise.
Queste opportunità di formazione e dibattito hanno consentito di definire una serie di considerazioni condivise sullo sviluppo dei processi di consultazione:
Come gestire le diverse agende?
Si deve fare attenzione alle agende personali e politiche che possono dominare la discussione e lasciare poco spazio ad altre agende: il problema non è che le persone arrivino con la loro agenda, ma come possiamo, in quanto promotori di questo spazio, garantire che le diverse agende abbiano spazio in un processo di consultazione e siano ugualmente prese in considerazione.
Come garantire la rappresentanza di comunità diverse?
Un’assemblea o un processo consultivo esistente non sostituisce la necessità di condurre valutazioni partecipative con le diverse comunità della città. Nessuna assemblea potrà mai rappresentare completamente tutti i cittadini, poiché le esigenze sono diverse anche all’interno delle stesse comunità culturali o religiose.
Come garantire che le raccomandazioni siano prese in considerazione dai decisori?
A volte i processi di consultazione cadono nel discredito perché dopo di essi non succede nulla di visibile/concreto. È importante assicurarsi di avanzare nella consultazione pubblica e nel coinvolgimento solo se si sa che si può dare un seguito alle esigenze emerse.
Come garantire uno spazio sicuro in cui tutti/e sentano di poter partecipare, parlare e condividere le proprie preoccupazioni?
La presenza dell’amministrazione comunale nelle assemblee o nei processi consultivi può creare maggiore disagio, le barriere linguistiche e un incontro molto “tecnico” possono anche portare a una minore partecipazione da parte di gruppi con livelli di istruzione più bassi, ad esempio.
Come evitare di creare un’assemblea “di richiesta”, in cui le persone vengono solo per “chiedere” qualcosa?
A volte le assemblee comunitarie possono essere viste come un luogo in cui lasciare le proprie lamentele e aspettarsi che il comune faccia qualcosa. Alcune richieste possono essere di piena responsabilità del comune, ma possono comunque essere discusse con le comunità e si può incorporare un’azione della società civile. Inoltre, molti aspetti hanno una dimensione di responsabilità dei cittadini, come ad esempio la raccolta dei rifiuti o i giardini pubblici.
Come coinvolgere le persone nei progetti/programmi?
Idealmente, le comunità dovrebbero essere coinvolte in tutte le fasi di una politica o di un programma pubblico: pianificazione, attuazione e valutazione.
Queste considerazioni/raccomandazioni saranno sistematizzate in un primo documento di Linee Guida Comuni, che sarà alla base del disegno di una strategia per il raggiungimento di un obiettivo ambizioso: la creazione delle prime assemblee cittadine interculturali europee.
Rassegna Stampa Locale
www.lanazione.it/pontedera/cronaca/pontedera-e-centro-di-gravita-dellintercultura-253db47b
https://pisanews.net/progetto-divercities-sbarca-per-due-giorni-a-pontedera
www.gonews.it/2023/03/28/intercultura-pontedera-capitale-con-divercities
www.quinewsvaldera.it/pontedera-due-giorni-al-centrum-con-divercities.htm
www.quinewsvaldera.it/pontedera-partecipazione-e-dialogo-con-divercities.htm
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