Nella Provincia di Zambesia, Distretto di Pebane, arrivano notizie incoraggianti sull’ applicazione dell’agricoltura sintropica, una novità nel panorama agricolo africano.
In Mozambico ICEI porta avanti per il secondo anno il progetto ECO-ILHAS (in partnership con WWF Italia) per la tutela ambientale e conservazione della biodiversità in area protetta marino-costiera. Un progetto – finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) – nato con il fine di aumentare e garantire la disponibilità futura delle risorse alimentari per gli abitanti dell’area di protezione ambientale delle Ilhas Primeiras e Segundas.
Qui in passato si è investito molto in progetti monocolturali di specie da reddito (anacardo, sesamo, manioca, arachidi) che negli anni hanno sistematicamente impoverito i suoli costringendo gli agricoltori ad aprire nuovi campi e fomentando la deforestazione.
Di contro non è stata incentivata la diversificazione delle coltivazioni dedicate all’autoconsumo, la produzione di ortaggi e l’uso di micro irrigazione per produrre anche durante la stagione secca. Per le famiglie l’agricoltura – anche nelle sue metodologie migliorate – è un’attività di piccoli introiti monetari e, per questo motivo, si dedicano spesso alla caccia, alla pesca predatoria (spesso illegale) e al taglio di alberi per la produzione di carbone da vendere sul mercato locale. Attività non sufficienti a sopperire ai bisogni alimentari ed economici generando periodi (di secca e di piogge intense) in cui la fame diventa un problema nazionale a scapito delle fasce più deboli (bambini, anziani e malati).
Recentemente si è iniziata a sperimentare insieme alle sei comunità beneficiarie l’applicazione di differenti associazioni di specie (sia agricole che legnose), tradizionalmente usate dai contadini, a cui ne sono state affiancate altre non convenzionali per la cultura agricola locale, molto povera in termini di diversificazione delle specie coltivate. A gennaio 2017 sono iniziati lo studio e valutazione dei comportamenti di tali consorzi anche in funzione di differenti livelli di materia organica, acqua, suoli ed acque salinizzate (ambienti di duna costiera in via di desertificazione).
“I risultati di questi mesi sono molto incoraggianti e indicano l’efficacia di nuovi tipi di consorzi di specie, sia arboree che agricole (esempio quiabo, fagiolo boer, ananas, albero del caju –anacardo- e manioca)”, racconta Facundo Quarantini, capo progetto ICEI in Mozambico. “Si sta inoltre verificando un rapido recupero della qualità dei suoli e una grande efficacia contro fenomeni erosivi e di impoverimento dei suoli tipici dell’agricoltura convenzionale, senza contare che si crea un ambiente adatto all’ospitalità di specie nemiche dei parassiti che comunemente attaccano le colture. Inoltre, grazie all’Agricoltura Sintropica, introduciamo anche molte specie Medicinali”.
Un’ottima notizia, dunque: l’applicazione dei principi dell’Agricoltura Sintropica sta creando di fatto un sistema di autodifesa contro qualsiasi disequilibrio o disarmonia dell’ecosistema che, diventato resiliente, tende sempre a ritornare agli equilibri iniziali, come avviene in una foresta nativa.
L’Agricoltura Sintropica (AS) è una tipologia di Agricoltura di Conservazione di tipo intensivo e dal grande potenziale produttivo, sia in termini di quantità che di varietà. Inoltre riduce drasticamente gli spazi utilizzati, inverte il processo di degradazione dei suoli e ottimizza e diversifica notevolmente la produttività, tanto nel tempo che nello spazio