Nel distretto di Pebane (provincia della Zambezia, in Mozambico) attività di agricoltura sintropica e produzione ittica vanno a braccetto, preservando le risorse naturali. Qui, all’interno dell’area di protezione ambientale delle Ilhas Primeiras e Segundas, ICEI porta avanti per il secondo anno di attività il progetto Eco-Ilhas (in partnership con WWF Italia), finanziato dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (AICS). L’obiettivo è di migliorare la sostenibilità della gestione agro-silvo-pastorale e della pesca artigianale in ambiente costiero, al fine di aumentare e garantire la disponibilità futura delle risorse alimentari per gli abitanti di 6 comunità rurali.

Insieme ai partner di progetto, ICEI fin dal 2015 ha introdotto attività di itticoltura, un’assoluta novità nel distretto, occupandosi di formazione e di individuazione dei luoghi dove costruire le vasche per l’ allevamento della tilapia, procedendo in seguito allo scavo delle prime vasche. “Qui i lavori di scavo dei laghetti artificiali (che misurano fino a 500 metri quadrati e 2 o più metri di profondità) devono essere fatti a mano con utensili tradizionali, ovvero pala, zappa e secchio, senza l’uso di scavatrici meccaniche, in terreni normalmente molto compattati” racconta Facundo Quarantini, referente del progetto in Mozambico.

La disponibilità e predisposizione delle comunità locali è tuttavia sempre stata altissima. “Già durante i lavori di scavo e di formazione alle 20 famiglie coinvolte nel progetto se ne sono aggiunte autonomamente altre 3”, racconta Facundo. “Stimolate da quello che avveniva con i beneficiari dell’attività hanno iniziato spontaneamente a scavare i laghetti, senza averne i mezzi necessari e l’appoggio tecnico, ragion per cui il progetto ha deciso di includere queste altre 3 famiglie in questa attività”. Già a gennaio 2017 si è constatato che lo stato medio di avanzamento dei lavori era del 65%, nonostante la grande difficoltà che gli scavi presentavano soprattutto per persone non giovani e con problemi ad approvvigionarsi il cibo sufficiente per mantenersi in forma.

Oggi il progetto ha introdotto una nuova modalità di itticoltura che prevede anche la creazione, intorno ai laghetti costruiti, di una fascia coltivata con un sistema agro-forestale ispirato all’agricoltura sintropica sia terrestre che acquatico e in grado di produrre ortaggi e frutta tutto l’anno e non solo nei periodi di pioggia come di costume.

“Questo è possibile utilizzando l’acqua delle vasche che, grazie agli escrementi dei pesci, è uno dei migliori fertilizzanti per l’agricoltura” spiega Facundo. “Inoltre la produzione agro-forestale che ne deriva viene usata per alimentare i pesci e l’ombra degli alberi crea una protezione naturale per la fauna ittica che evita così di soffrire quando il clima presenta alte temperature (che diminuiscono la velocità di crescita dei pesci)”.
Per ultimo, il Sistema Agro Forestale intorno alle vasche impedisce qualsiasi fenomeno erosivo, aumenta la fertilità del suolo e fornisce cibo sia per i pesci che per le piante ad alto valore fitoterapico veterinario, contribuendo così al controllo di malattie degli allevamenti.

Visitando il progetto, la delegazione del Consiglio dei Ministri del Mozambico si è congratulata per il lavoro svolto,  spiegando che le vasche sono da annoverarsi tra i migliori allevamenti presenti in tutto il Mozambico: un modello per il resto del Paese.

A titolo sperimentale è stato montato un SAF al lato di un laghetto quasi ultimato della comunità di Pusugu.